E’ la prima volta che hai a che fare con l’Avvocato? Se hai delle domande qui puoi trovare alcune delle risposte ai quesiti più comuni (FAQ).

A cosa serve un avvocato?
Da secoli l’avvocato serve per difendere qualcuno: che questo qualcuno sia il singolo cittadino che si ritiene leso da un altro privato ovvero l’imputato processato dallo Stato perchè accusato di avere commesso un reato, il tratto comune a tutte le situazione in cui intervinee un legale è la difesa di un diritto
(la libertà personale, la proprietà, l’onore, l’integrità psico – fisica, l’affidamento di un figlio, la salvezza di un’impresa e i posti di lavoro, ecc.).
Con la difesa di un diritto l’avvocato difende anche i principi cardini del nostro Stato democratico: il principio di uguaglianza e di non discriminazione, le garanzie processuali di tutti, la libertà di espressione.
Come si sceglie un avvocato?
Quando si ha necessità di un avvocato la prima cosa da fare è sceglierlo, verificando se la prestazione richiesta rientra fra le competenze che offriamo ai nostri clienti. Per il nostro Studio Legale il rapporto di fiducia è essenziale e preliminare ad ogni incarico: per questo il primo colloquio conoscitivo e informativo è il momento più importante per la creazione di questa fiducia.
Si può avere ragione o anche avere torto, ma è fondamentale fidarsi di quanto illustrato dall’avvocato scelto, perchè altrimenti si vivrà sempre con il rimpianto di non aver avuto giustizia a causa del proprio
legale. In queste situazioni è sempre meglio rivolgersi ad un altro avvocato, anche per acquisire un secondo parere: piuttosto che rimanere insoddisfatti e incerti sull’operato del proprio legale è meglio anche valutare la possibilità di sostituirlo: a volte altri punti di vista o strategie possono essere utili per sbloccare situazioni che paiono senza via d’uscita.
Come si chiede una consulenza legale?
Il nostro Studio consente di richiedere una consulenza legale sia attraverso i tradizionali contatti (telefono) sia attraverso il nostro sito internet, utilizzando il form di contatto presente in home page.
Non è possibile presentarsi direttamente presso lo Studio, perché ovviamente l’attività deve essere organizzata per soddisfare al meglio le esigenze di tutti.
In ogni caso il cliente sarà contattato entro le 24 ore dalla richiesta per fissare un primo incontro conoscitivo e informativo.
Quando posso parlare con l'avvocato?
Dalle ore 9.00 alle ore 19.00 lo Studio Legale dell’avvocato Pedretti risponde alle telefonate: non sempre però è possibile parlare direttamente con l’avvocato, considerato che la mattina è in Tribunale per le udienze e il pomeriggio è spesso in appuntamento.
In ogni caso l’avvocato Pedretti richiamerà personalmente il cliente appena possibile e valutata l’urgenza.
Proprio per consentire all’avvocato di valutare l’urgenza del proprio intervento, la modalità migliore per un contatto con il Studio è l’invio di una mail: ciò consente all’avvocato di organizzarsi al meglio, sia a vantaggio del cliente sia a vantaggio degli altri assistiti sia a vantaggio proprio.
Ma quanto costa l'assistenza legale?
Ovviamente non è possibile dare una risposta univoca, in quanto il compenso dell’avvocato dipende dal tipo di prestazione richiesta (consulenza stragiudiziale o giudiziale, assistenza continuativa, ecc.) e dalla complessità dell’attività da svolgere.
Per il nostro Studio Legale è peraltro indispensabile fornire al cliente le indicazioni e le informazioni tutte necessarie per porlo in condizione di capire quanto pagherà e per che cosa.
Per questa ragione l’avvocato Pedretti opera esclusivamente con preventivo: al cliente viene presentato e sottoscritto un accordo che mette nero su bianco il costo della prestazione legale nelle diverse fasi giudiziali.
E' possibile avere un'assistenza gratuita?
L’unico istituto che prevede l’assistenza legale gratuita nel nostro ordinamento è il patrocinio a spese dello Stato (cd. Gratuito patrocinio). L’istituto del patrocinio a spese dello Stato garantisce il diritto costituzionale di difesa.
Esso consente ai cittadini non abbienti, al fine di essere rappresentati in giudizio sia per agire che per difendersi, di poter nominare un avvocato e farsi assistere a spese dello Stato.
L’istituto del patrocinio a spese dello Stato vale nel processo civile, amministrativo, contabile e tributario ed anche nelle procedure di volontaria giurisdizione (separazioni consensuali, divorzi congiunti etc.); esso vale anche nel processo penale.
Condizione per essere ammessi al patrocinio a spese dello stato è quella di essere titolari, in linea generale, di un reddito annuo imponibile, secondo l’ultima dichiarazione dei redditi, non superiore a euro 11.493,82 (aggiornato al 15.03.2018).
L’avvocato Pedretti è iscritto nelle liste per il gratuito patrocinio in ambito civile e nei procedimenti di volontaria giurisdizione: clicca qui per approfondire l’istituto.
Posso pagare l'avvocato a rate?
Come si diceva poc’anzi, l’accordo fra l’avvocato e il cliente determina il costo dell’assistenza giudiziale: tale accordo determina altresì le modalità di pagamento dei compensi pattuiti.
In linea generale l’avvocato Pedretti propone una modalità di pagamento che tiene conto delle fasi processuali da affrontare, salve le spese vive (contributo unificato, marche, affrancature, ecc.) che devono essere sempre anticipate dal cliente.
L'avvocato è sempre necessario quando si va davanti ad un giudice?
In Italia l’assistenza tecnica in una causa è riservata agli avvocati, salvo che per i giudizi di valore inferiore ad euro 1.100,00 avanti il Giudice di Pace, per le cause di opposizione contro le ordinanza – ingiunzione emesse ai sensi della legge n. 689/1981 e per alcuni procedimenti di volontaria giurisdizione avanti il Tribunale (ad esempio nell’ipotesi in cui si richieda la nomina di un amministratore di sostegno per un famigliare incapace di attendere ai propri interessi). In questi casi il cittadino può stare in giudizio da solo, ma nel rispetto, ovviamente, delle norme processuali.
Quali documenti servono per fissare un appuntamento?
Ovviamente ogni situazione è a sé: peraltro sin dal primo incontro sarà opportuno mostrare all’avvocato tutti i documenti che si hanno a disposizione, così da consentire al professionista di avere un quadro della situazione il più completo possibile.
In ogni caso al primo appuntamento il legale specificherà al cliente tutti i documenti da reperire per l’assistenza legale.
Ad esempio, quali documenti servono per avviare una separazione o un divorzio?
In caso di separazione consensuale i documenti sempre necessari sono l’atto integrale di matrimoniale e il certificato cumulativo di stato di famiglia e di residenza di entrambi i coniugi.
In caso di separazione giudiziale (ossia quando i coniugi non hanno raggiunto un accordo sul contenuto della loro separazione) sicuramente saranno necessarie le ultime tre dichiarazioni dei redditi: a seconda del caso specifico l’avvocato Pedretti indicherà gli ulteriori documenti necessari.
Quando invece i coniugi sono già separati e devono procedere al divorzio, sarà necessaria la copia autentica del verbale di separazione e del decreto di omologa (ovvero la sentenza di separazione).
E se devo recuperare un credito, come posso ottenere un decreto ingiuntivo?
In caso di fattura insoluta, la strada più celere per provare a recuperare il proprio credito consiste nel depositare in Tribunale un ricorso per decreto ingiuntivo (cfr. il nostro approfondimento sul recupero crediti). Essendo un procedimento sommario, in tempi brevi (solitamente meno di 30 giorni), il creditore può ottenere un titolo che attesta il proprio credito. Si può ricorrere a tale procedura quando si è creditori di una somma di denaro liquida, certa ed esigibile, oltre che fondata su prova scritta. Nel caso di transazioni commerciali, la prova scritta è costituita dalla fattura insoluta e, soprattutto, dalla copia autenticata da Notaio delle proprie scritture contabili ove la fattura è iscritta. L’imprenditore in possesso di tale documentazione potrà richiedere l’emissione dell’ingiunzione di pagamento: il decreto ingiuntivo potrà essere provvisoriamente eseguito (ossia dovrà essere eseguito anche nel termine di 40 giorni per l’opposizione) quando il creditore produce documentazione sottoscritta dal debitore comprovante il diritto fatto valere. Nella prassi è riconosciuta la provvisoria esecuzione nei casi in cui il debitore abbia riconosciuto il proprio debito, chiedendo, ad esempio, una dilazione di pagamento o, più in generale, rimandando il pagamento a tempi migliori. In caso di decreto ingiuntivo “ordinario” lo stesso diverrà definitivo decorsi quaranta giorni dalla sua notifica in assenza di opposizione.
Il mio datore di lavoro mi può imporre di passare dal tempo pieno al part-time, o viceversa? E se mi rifiuto mi può licenziare?
La normativa sul cosiddetto part-time è stata da ultimo riformata mediante il job acts dei lavoratori dipendenti (d.lgs. n. 812015).
In particolare è necessario esaminare l’art. 8, che stabilisce come la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale deve risultare da atto scritto predisposto su accordo delle parti. Il consenso del lavoratore alla trasformazione del proprio rapporto di lavoro è rafforzato dal primo comma della norma in esame, che espressamente stabilisce come “il rifiuto del lavoratore di trasformare il proprio rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto a tempo parziale, o viceversa, non costituisce giustificato motivo di licenziamento”.
Il tenore delle norme è inequivocabile: il datore di lavoro non può obbligare il dipendente a trasformare il proprio contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Un eventuale licenziamento potrebbe pertanto essere oggetto di impugnazione.
Come posso impugnare un provvedimento disciplinare?
In base all’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori, il lavoratore può scegliere tra diverse procedure di impugnazione: il ricorso presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, il ricorso all’autorità giudiziaria e le eventuali procedure alternative previste dal contratto di collettivo di riferimento. Nel primo caso il ricorso va presentato entro venti giorni dall’irrogazione della sanzione, oltre che tramite legale anche con rappresentante sindacale. L’Ispettorato del lavoro territorialmente competente provvede a nominare un collegio di conciliazione composto da tre membri. La decisione del collegio ha valore di lodo arbitrale irrituale e pertanto può essere successivamente impugnato davanti l’Autorità giudiziaria solo limitatamente ad alcuni motivi specifici (v. art. 808-ter c.p.c.). Durante lo svolgimento della procedura la sanzione è sospesa (effetto che non si produce con il ricorso diretto in Tribunale). Proprio con riferimento a questo secondo mezzo di impugnazione (ossia ricorso in Tribunale, spesso preferito al primo tenuto conto della piena appellabilità in caso di esito infausto), si tratta di una vera e propria causa giuslavoristica, che può essere avviata immediatamente o anche a rapporto di lavoro terminato, sempre peraltro entro il termine prescrizionale decennale. Al fine di comprendere al meglio le strategie difensive adottabili sarà doveroso esaminare compiutamente gli atti e i fatti intervenuti.
Mi sono infortunato sul lavoro: il periodo di assenza dal luogo di lavoro è computato nel comporto?
Al di là di quanto previsto dai singoli contratti collettivi di lavoro, il cd. comporto è regolamentato in via generale dall’articolo 2110 cod. civ., il quale prevede che, in caso di infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, se la legge non stabilisce forme equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un’indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali, dagli usi o secondo equità. Nei casi indicati nel comma precedente, l’imprenditore ha diritto di recedere dal contratto a norma dell’articolo 2118, decorso il periodo stabilito dalla legge, dagli usi o secondo equità.
Il tenore letterale della norma è inequivocabile: le assenze del lavoratore dovute a infortunio sul lavoro o a malattia professionale, espressamente previste dalla norma succitata, sono normalmente computabili nel previsto periodo di conservazione del posto; la giurisprudenza, peraltro, è recentemente intervenuta, precisando che, ai fini del superamento del periodo di comporto non sono computabili le giornate di assenza del lavoratore dovute ad infortunio sul lavoro o a malattia professionale quando vi sia la responsabilità del datore di lavoro ex art. 2087 cod. civ. (così Cass., n. 26498/2018).
Il principio appare sacrosanto, anche se, evidentemente, sarà fonte di contenzioso in tutte quelle ipotesi in cui il datore di lavoro contesti la propria responsabilità nella causazione dell’evento dannoso al lavoratore: ciò con il rischio di dover impugnare un licenziamento per superamento del periodo di comporto prima che sia stato determinato in sede giudiziaria la responsabilità del datore di lavoro ai sensi dell’articolo 2087 cod. civ.
Se non utilizzo tutte le ferie entro l'anno di maturazione, cosa succede?
Il diritto al godimento delle ferie è irrinunciabile: la legge stabilisce le modalità di godimento delle ferie, prevedendo che almeno due settimane devono essere godute nel corso dell’anno di maturazione e, se il lavoratore lo richiede, in modo consecutivo. Le restanti settimane maturate devono essere godute entro 18 mesi successivi alla fine del periodo di maturazione, prolungabili dalla contrattazione collettiva (cfr. art. 10, d. lgs. n. 66/2003). Le ferie vengono “monetizzate” con la cd. indennità sostitutiva soltanto nel caso di cessazione del rapporto di lavoro ed esistenza di un monte ore ferie ancora da smaltire. La normativa sopra specificata, come si diceva in premessa, può essere derogata dalla contrattazione collettiva.
Cos'è l'area riservata che trovo nel vostro sito internet?
Lo Studio Legale dell’avvocato Pedretti, sin da quando si è munito di un proprio sito internet, ha permesso ai propri clienti di accedere ai documenti e agli atti relativi alla propria pratica in un’area a loro riservata (clicca qui per andare all’area riservata).
Questo perché così il cliente, in qualunque momento e in qualunque luogo cui si trovi, può accedere on line alla propria posizione personale, in maniera del tutto trasparente e completo.
Che cosa è il blog di informazione giuridica presente sul sito dello Studio Legale?
Con il proprio blog di informazione legale, l’avvocato Pedretti offre ai propri clienti uno strumento dove si possono reperire alcune delle ultime novità legislative e le interpretazioni giurisprudenziali più interessanti. L’informazione è essenziale e per questo è possibile iscriversi al blog per essere avvisati via mail ogni volta in cui lo Studio pubblica una news o un aggiornamento nuovo.
Perché devo confermare via mail l'iscrizione al blog?
Perché qualcuno avrebbe potuto utilizzare la tua mail per iscriverti al blog senza il tuo consenso: proprio per evitare che tu riceva i nostri aggiornamenti senza che tu l’abbia richiesto, il sito chiede la conferma inviandoti una mail che dovrai semplicemente confermare cliccando sul link inviato nel messaggio.
Le informazioni giuridiche che trovo in internet sono affidabili?
Ormai ogni giorno ognuno di noi pone una serie di infinite domande ad internet, nei più svariati ambiti (sanitario, scolastico, stradale, ecc.). Ovviamente anche gli argomenti legali sono fra i più ricercati nei motori di ricerca.
Tale prassi non vuole essere demonizzata, ma le informazioni reperite in internet, in una materia complessa come quella giuridica, sono spesso parziali, incomplete e comunque necessitano di essere interpretate da un professionista.
Trovare infatti una sentenza che sembra darmi ragione nel caso di specie non significa essere certi che in giudizio qualunque giudice italiano mi darà ragione: sia perché la discrezionalità del singolo giudice è inviolabile sia perché, soprattutto, non sappiamo se esistono decine di sentenze contrarie a quella a noi favorevole.
Per questo l’intervento dell’avvocato è sempre necessario, perché raccogliere informazione senza saperle interpretare può provocare notevoli danni innanzitutto al cliente!
Internet, al più, può essere utile per individuare il legale che sembra più competente nella materia in cui serve assistenza, proprio perché ha affrontato già casi simili al vostro.
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