Corte App. Brescia, sent. 25.10.2019 n. 1549
Dopo le decisioni dei Tribunali, ecco una recente pronuncia dei giudici di secondo grado bresciani avente ad oggetto il contenzioso che riguarda i buoni postali fruttiferi della serie Q/P.
La sentenza in commento è di particolare pregio, perché conferma, in toto, i principi favorevoli alle tesi dei risparmiatori già espressi da parte dei giudici di primo grado sinora investiti della questione in esame.
Secondo la Corte di Appello di Brescia, infatti, l’appello di Poste risulta infondato laddove ritiene che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale 13 giugno 1986 fosse sufficiente per assolvere pienamente alle prescrizioni dell’art. 5 del medesimo decreto; con tale norma, si ricorda, veniva prescritto al soggetto che rilasciava i buoni postali fruttiferi della nuova serie utilizzando buoni di serie precedenti di apporre a tergo la tabella dei nuovi tassi di interesse.
Poste adempiva parzialmente a tale prescrizione, apponendo un timbro che riportava i nuovi rendimenti dal primo al ventesimo anno, ma nulla diceva per gli interessi degli ultimi dieci anni (per le decisioni di primo grado si rimanda ai commenti già pubblicati sul nostro sito: buoni postali: le pronunce bresciane; i nuovi provvedimenti; i primi contrasti giurisprudenziali).
Secondo l’appellante la questione non si sarebbe potuta in ogni caso risolversi con l’applicazione dei principi espressi dall’arresto a Sezioni Unite n. 13979/2007; ciò in quanto, secondo Poste, attinenti a fattispecie diversa.
Per i giudici della Corte di Appello di Brescia, al contrario, il principio giurisprudenziale applicato dal Tribunale per decidere l’odierna controversia, espresso dalla pronuncia delle Suprema Corte sopra richiamata, ancorché riferita ad una differente serie di buoni postali, ha una portata generale, che si attaglia perfettamente alla fattispecie che ci occupa.
La sentenza riveste notevole interesse, perché, a conoscenza di chi scrive, costituisce la prima pronuncia di una Corte superiore, e conferma integralmente la tesi che il nostro Studio legale sta portando avanti ormai da tempo a tutela dei risparmiatori.
E’ indubbio che, molto probabilmente, la questione finirà nuovamente di fronte alla Corte di Cassazione: in ogni caso lo Studio Legale Pedretti resta a disposizione di quanti siano in possesso dei buoni postali fruttiferi della serie Q/P per le valutazioni del caso.